Che fine ha fatto la ricerca?


Oramai, anche in parte a causa dei media, se si parla di ricerca si pensa solo alla ricerca medica. Nell'immaginario collettivo lo scienziato è un tizio vestito con un camice bianco che guarda in un microscopio o che armeggia con provette piene di sostanze colorate.
Per tutti la ricerca medica è “LA RICERCA” e il resto non esiste. Ogni tanto si sente parlare di qualche cometa o planetucolo nuovo e si sente parlare scoperta della N.A.S.A. e la gente si convince che il resto della ricerca sia tutto li, e nessuno si rende conto di quanta ricerca ci sia voluta per produrre cose tanto eccezionali quanto per noi banali e comuni come frigoriferi, cellulari, computer ecc.

La ricerca medica è importante, importantissima, nessuno, lo nega, ma non è l'unica ricerca importante, fisici, matematici, chimici e ingegneri, fanno ricerche al di fuori della medicina che sono importati tanto quanto quelle mediche. E spesso le loro scoperte sono alla base del funzionamento di strumenti che hanno avuto fondamentali applicazioni mediche oppure sono stati le colonne portanti di nuove scoperte mediche. Senza le “altre ricerche” la ricerca medica non sarebbe dov'è oggi.

È vero che ricerche mediche hanno permesso di salvare milioni di persone, ma altrettante ne sono state salvate grazie alle ricerche nel settore delle costruzioni che hanno permesso di costruire edifici antisismici, o nel settore delle comunicazioni che permette alle strutture di soccorso di coordinarsi anche in caso di disastri, e si può continuare ancora e ancora.

Ma la ricerca non salva solo la vita, ne migliora la qualità, e soprattutto crea una cosa fondamentale per tutti, lavoro.

Eppure mi accorgo di come in Italia alla fine la ricerca di fatto non abbia vita, perché non ha fondi.
Noi italiani non investiamo più in ricerca, solo quella medica ha un po di supporto, spesso privato (vedi le tantissime onlus che finanziano la ricerca medica), negli altri settori la situazione è spesso veramente triste.
Tanti giovani studiano anni per poi ritrovarsi senza lavoro, solo alcuni brillanti e fortunati riescono ad andare all'estero a fare ricerca e ad arricchire economicamente e tecnologicamente il paese che li ospita.
La ricerca è vita, un paese che non ricerca è destinato a dipendere dalle tecnologie estere e quindi a perire economicamente.
Tutti sono bravi a costruire oggetti, e paesi come la Cina, l'India ecc sanno produrre le nostre stesse cose a prezzi più bassi. Se non vogliamo “perire” dobbiamo smettere di preoccuparci di mozzarelle, vino e caciotte e preoccuparci della ricerca.